Stalking, quando gli atti persecutori diventano fonte di ansia

Qualcuno ti perseguita e non sai come comportarti? Sei in nutrita compagnia, ma sappi che puoi difenderti e ottenere un risarcimento danni per stalking. Secondo le attuali disposizioni, infatti, basta provocare uno stato di ansia perdurante nella vittima per far scattare la denuncia alle Autorità e avviare delle indagini.

Ma quando la condotta di una persona molesta (sia essa un ex marito, una ex moglie, un amante respinto o un ammiratore non corrisposto) sconfina nella persecuzione ed è punibile legalmente? Continua a leggere: nelle prossime righe scoprirai quali sono gli estremi per una querela.

Risarcimento danni per stalking, il profilo del molestatore secondo la legge

La principale normativa di riferimento è l’articolo 612 bis del Codice Penale, che parla di minacce e atti persecutori. Tuttavia, attenzione: il legislatore non ha definito i tratti e le modalità dei comportamenti vietati, ma soltanto i possibili disagi della vittima.

Lo stalker, quindi, è chi, indipendentemente dalla condotta e dal modo in cui viene perpetrata, condiziona negativamente la vita del suo bersaglio, fino a sconvolgerne le abitudini. Ma una cosa è certa: i fatti devono verificarsi almeno per due volte. Un episodio isolato, quindi, non è sufficiente per una querela.

Per parlare di reato e di un eventuale risarcimento per stalking, la legge dà molta importanza ad alcuni effetti sortiti su chi subisce tali persecuzioni. In particolare, nella persona oppressa da minacce e vessazioni sarà evidente almeno una delle seguenti condizioni:

  • cambiamenti radicali nelle abitudini
  • ansia protratta
  • paura di subire violenze o di esporre i propri familiari.

Il secondo punto è, sicuramente, quello decisivo per far scattare l’intervento di Polizia o Carabinieri. Se la vittima non riporta un grave stato di agitazione e timore per sé o per i suoi cari, al massimo potrà fare una denuncia per molestie. Secondo la sentenza 23375 del 2020 della Corte di Cassazione, i fatti devono accompagnare un forte turbamento psicologico.

Risarcimento stalking, chi può accertare i disagi della vittima?

Nel caso degli atti persecutori, prove testimoniali e perizie da parte di specialisti nel campo della psicologia sono del tutto superflue. Sempre in base all’art 612 bis c.p. sul risarcimento danni in caso di stalking, basta la parola di chi denuncia il fatto a dare conferma del proprio stato.

Questo genere di reato, infatti, è lesivo per l’autodeterminazione della persona. In altre parole, è soltanto la vittima che può confermare quando e quanto accusa dei disagi in risposta a vessazioni e minacce. Ciò indipendentemente dal canale di comunicazione adottato dal persecutore (contatto diretto, telefono, e-mail, social network, etc…).

Ad ogni modo, tale condotta è punibile con il carcere da 1 anno a 6 anni e mezzo, quando non sia accompagnato da aggravanti. Inoltre, la legge prevede degli indennizzi: ecco un approfondimento sul risarcimento danni relativo allo stalking, assolutamente da non perdere se stai vivendo la stessa esperienza.

Risarcimento stalking, tempi per la denuncia e aggravanti

L’art 612 bis c.p. sul risarcimento danni per stalking sancisce un limite di 6 mesi (e non di 3, come accade per altre situazioni) dall’ultimo atto persecutorio, per querelare il molestatore. Non si tratta, quindi, di un reato punibile d’ufficio, ma solo in seguito a una segnalazione alle Autorità, in seguito alla quale possono intervenire e svolgere delle indagini.

Tuttavia, esiste un’alternativa alla querela, che è la richiesta di un ammonimento da parte del questore. Puoi tentare una strada del genere se non vuoi adire a vie legali e, soprattutto, ti basta allontanare lo stalker dalla tua vita e dai tuoi affetti per stare meglio.

Un cenno a parte, infine, meritano le aggravanti, rilevanti sia dal punto di vista penale sia civile. Queste portano a inasprire la pena detentiva e, all’occorrenza, ad aumentare l’entità del risarcimento per stalking.

Ricordiamo, in particolare, le persecuzioni a danno di un ex coniuge, di un parente stretto, di un minore, di un disabile. Anche le insistenze di una persona già segnalata al questore e le vessazioni per via telematica (per le quali risalire al colpevole non è immediato) rientrano nella categoria, pertanto non sottovalutare mai i segnali che ti arrivano.